Un mondo diseguale, di solitudini accumulate

La semplificazione è atto meccanico sostitutivo del ragionamento complesso. I fatti, gli accadimenti colmi di sfumature, sono interpretati in maniera bicromatica, i chiaroscuri, per chi ha sete di sfogar paure, non esistono. E di fronte al dramma, si gioisce. Di fronte alla morte si pensa a come spettacolarizzare. I tempi rabbuiano , le diseguaglianze economiche crescono e con esse le brutture e le ingiustizie della società.

Come la ricerca sociale e psicologica spiega inconfutabilmente, la delinquenza è una conseguenza di infanzie deprivate, traumi e difficoltà esistenziali accumulate. Non è una “colpa” o una scelta, ma l’esito di un percorso evolutivo costellato di ferite emotive. E’ il frutto di un sistema sociale che non sa recuperare certe vite, un sistema che stigmatizza e marginalizza i deboli, che offre possibilità in base al ceto socioeconomico di provenienza, che invece di prendersi cura della fragilità, la disprezza. la punisce. Si producono così molte vittime. Alcune di queste vittime si tramutano in delinquenti, perché delinquere diventa unica possibilità di sopravvivenza. Questo non significa “giustificare” un ladro o un bandito. Ma comprendere che dietro ogni azione violenta, c’è una storia precisa.
La vicenda del gioielliere di Gallo Grinzane è l’esito di un sistema che invece di guarire il disagio, lo marginalizza. Se ci prendessimo cura delle persone e delle loro storie, la delinquenza non esisterebbe nemmeno.
Quando accade il fatto di cronaca nera i social si scatenano: il coro di voci a sostegno del gioielliere, un esercito di voci pronte a etichettare, condannare e colpevolizzare una parte ed empatizzare con l’altra, ma manca una lettura emotiva reale e profonda di ciò che è avvenuto. Tutti sono vittime di questa situazione: il gioielliere, i rapinatori, e pure chi sui social vomita odio, complimentandosi per l’omicidio e auspicando la morte del terzo rapinatore. Se non comprendiamo che l’accaduto di Grinzane è solo il frutto di un mondo diseguale, di solitudini accumulate e disperazione, da entrambe le parti, rischiamo di perdere irrimediabilmente qualcosa di molto profondo. Scegliamo letture semplificatorie (che dividono la realtà in carnefici e salvatori, buoni e cattivi), incapaci di ricostruire le storie e le radici degli avvenimenti, smarrendo la nostra umanità. 

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