NON CHIAMATELI INCIDENTI

A due giorni dal primo maggio Flamur Alsela, operaio edile, è morto in seguito al crollo di una struttura in un cantiere della logistica Amazon, nell’alessandrino. Altri 5 lavoratori sono rimasti feriti nello stesso frangente. Due sono gravi. Oltre a Flamur, 50 anni, nel giro di poche ore hanno perso la vita anche il 49enne Natalino Albano, operaio che stava lavorando al porto di Taranto, e Mattia Battistelli, di soli 23 anni, travolto invece da un carico in un cantiere edile a Montebelluna (TV).

Due giorni fa è toccato a Luana D’Orazio, solo 22 anni, che lascia un figlio di 5 anni. È stata stritolata da un macchinario in una fabbrica di tessuti, a Montemurlo (Prato). La stessa provincia in cui poche settimane fa gli operai della Texprint, in sciopero per chiedere migliori condizioni lavorative, sono stati duramente repressi dalla polizia. E, come se non bastasse, alcuni lavoratori hanno subito addirittura un’aggressione con dell’acido, lanciatogli addosso da responsabili interni all’azienda, come ha denunciato il sindacato SI COBAS Prato e Firenze sui canali social.

185 sono stati gli infortuni mortali nei primi tre mesi del 2021. Incrementati dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2020. È una strage continua e silenziosa. Ma dovrebbe fare rumore, tanto rumore. Dovrebbe urlare al mondo intero che è profondamente ingiusto morire mentre si lavora per favorire la crescita dei profitti di aziende private e ricchi proprietari. Per arginare la strage non basta aumentare i controlli. Il problema va affrontato alla radice. E’ il modello economico che subordina la vita umana (e quella animale) alla competitività di aziende e Stati imperialisti che deve essere abolito.

Saremmo ingenui a credere che il futuro che auspichiamo possa essere immune da infortuni e tragedie. Ma se si organizzasse la produzione in maniera più “umana” e democratica (ad esempio attraverso VERE cooperative) e si producesse solo il necessario; se si costruisse ciò che serve davvero alla collettività (non è il caso di un magazzino Amazon, ad esempio) e non al portafogli di pochi; e se si lavorasse meno ore e si consumasse meno, allora sicuramente, statisticamente, inizierebbe a diminuire il numero di queste catastrofi prodotte dal delirio della competizione capitalistica.

Di seguito riportiamo integralmente le poche ma efficaci parole della pagina Facebook Cannibali e Re:

“Luana, 22 anni, è stata uccisa da un orditoio. Nessun “incidente”, ma solo l’ennesima vittima di una guerra secolare, dove da una parte della barricata si contano i morti, dall’altra i soldi. Ora Luana è tra i morti delle piramidi e gli operai di Versailles, tra le vittime della Mecnavi e quelli della Eternit. Sarà morta invano se gli oppressi continueranno a non agire la loro Storia. Domani il minimo sindacale dovrebbe essere lo sciopero generale.”

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